Fino a quando Herminio Silva non si rimise in piedi, stravolto dall’attacco, non si ebbe la risposta definitiva. La prima cosa che domandò fu “che è successo?” e quando glielo raccontarono scosse la testa e disse che il rigore andava battuto di nuovo perché lui non aveva visto e il regolamento dice che la partita non si può giocare con un arbitro svenuto. Allora el Gato Diaz ricacciò indietro quelli che volevano picchiare il venditore di biglietti della lotteria del Deportivo Belgrano e disse che bisognava fare in fretta perché lui quella sera aveva un appuntamento e una promessa, e se ne tornò un’altra volta in porta. Constante Gauna doveva avere poca fede perché offrì il tiro a Padini e subito dopo si diresse verso la palla mentre il guardalinee aiutava Herminio Silva a tenersi in piedi. Fuori si sentivano grida di festa e i giocatori della Estrella Polar cominciarono a ritirarsi dal campo circondati dalla polizia. Il tiro partì sulla sinistra e el Gato si tuffò nella stessa direzione con una eleganza e una sicurezza che non avrebbe mai più ritrovato. Constante Gauna alzò gli occhi al cielo e subito dopo scoppiò in lacrime. Noi saltammo giù dal muraglione e corremmo a vedere da vicino Diaz, il vecchio, il grande, che guardava la palla che teneva fra le mani come se avesse tirato su il numero vincente dall’urna. Due anni più tardi, quando lui era ormai una frana e io un giovanotto insolente, me lo trovai di fronte un’altra volta a dodici passi di distanza, e lo vidi immenso, raggomitolato sulla punta dei piedi, con le dita delle mani aperte e lunghe. Infilata a un dito portava una fede matrimoniale, che non era quella della bionda di Ferreyra bensì della sorella del Colo Rivero, che era india e vecchia come lui. 14 : della lotteria 14 il numero vincente