LEGGERE E CAPIRE IL CONTESTO I connotati del piccolo borghese Chi è, da un punto di vista sociale, il ragionier Ugo Fantozzi, il personaggio creato da Paolo Villaggio? Lo stesso autore, interpellato in proposito, ha risposto che con Fantozzi ci troviamo di fronte a un tipico esemplare di “piccolo borghese”, cioè a un esponente di quella classe sociale che, nelle società industrializzate di oggi, è diventata la più estesa e numerosa. Infatti, con la crisi del mondo contadino e con la forte riduzione della classe operaia provocata dall’introduzione su larga scala di procedimenti automatizzati nel lavoro di fabbrica, si è avuto uno sviluppo senza precedenti del cosiddetto “settore terziario”, il settore cioè che non produce direttamente merci, ma servizi, attraverso un lavoro non manuale che si svolge generalmente negli uffici. Il piccolo borghese resta dunque un dipendente che però si sente molto lontano dalla condizione operaia, identificandosi piuttosto con la grande borghesia imprenditoriale e capitalistica e considerando la classe operaia con un sentimento di ostilità e di disprezzo, alimentato dalla paura di perdere i suoi piccoli privilegi e le sue illusioni di far parte della classe dirigente. Al tempo stesso, però, il piccolo borghese avverte anche una forma di rancore nei confronti delle classi superiori, invidiate e irraggiungibili, che spesso si sfoga in violenti quanto velleitari atteggiamenti estremistici e pseudorivoluzionari. In sostanza, le caratteristiche tipiche di questa figura sociale sono l’egoismo, la paura e il risentimento: si tratta, come è facile capire, di sentimenti negativi, sulla cui base è impossibile costruire alternative reali e movimenti in grado di cambiare effettivamente lo stato delle cose. Per questi precisi limiti culturali e morali, la piccola borghesia non è mai stata capace di elaborare un suo progetto autonomo, ma tende ad aggregarsi allo schieramento che in una certa fase storica appare quello vincente: vediamo così, alternativamente, il piccolo borghese assumere posizioni di destra reazionaria (per esempio, nell’Italia degli anni Venti la piccola borghesia costituì la spina dorsale del nascente movimento fascista) oppure di sinistra radicale (altro esempio, le lotte studentesche del ‘68, che furono in gran parte animate da studenti e intellettuali di estrazione piccolo borghese). Per quanto riguarda la piccola borghesia di oggi, la sua caratteristica dominante sembrerebbe essere quella di un anticonformismo di maniera, esibito come testimonianza di originalità e di libertà, ma in realtà sollecitato da modelli di comportamento eterodiretti imposti dalle mode di massa e soprattutto dalla comunicazione pubblicitaria e televisiva.