La risposta potrebbe essere positiva (anche se, come vedremo, con forti limitazioni) solo nel caso di una narrazione autobiografica in prima persona; ma in tutti gli altri casi? Per esemplificare, facciamo ricorso ancora una volta a I Promessi Sposi: sarà legittimo dire che la voce narrante è quella dell’autore reale, Alessandro Manzoni? Prima di rispondere osserviamo che: a)il romanzo si svolge nel XVII secolo mentre il Manzoni visse nell’Ottocento; b)il narratore ci descrive contesti ambientali (per esempio, certi quartieri di Milano) che all’epoca dell’autore reale non esistevano più; c)l’autore reale non appare mai nel testo, non partecipa alle vicende narrate, non è citato neanche indirettamente e ne apprendiamo l’esistenza solo dal nome scritto sulla copertina del libro. Dobbiamo concludere allora che niente ci autorizza a identificare la voce che ci parla dal testo de I Promessi Sposi con quella dell’autore reale Alessandro Manzoni. Si ripropone dunque la domanda da cui eravamo partiti: a chi appartiene la voce che ci parla dalle pagine del libro? Per rispondere, dovremo introdurre l’ipotesi di una entità convenzionale, di una voce senza volto e senza nome, che si manifesta solo nel momento in cui entra in comunicazione con il lettore: questa entità anonima, non esplicitamente definita ma essenziale per la formulazione e la trasmissione del messaggio, è appunto quella del narratore. A questo punto, torniamo al caso già enunciato, di una narrazione autobiografica: ebbene, neanche in un tale contesto si potrà dire che narratore e autore reale coincidono perfettamente. Infatti è evidente che la rappresentazione autobiografica non è mai esente da forzature, componenti fantastiche, deformazioni più o meno volontarie, di modo che l’esperienza dell’autore reale viene alla fine a essere qualcosa di diverso da quella che ci viene comunicata dal testo; anche qui, dunque, non possiamo sovrapporre meccanicamente la voce narrante a quella dell’autore reale. La conclusione è che, di fronte a qualsiasi testo narrativo, dobbiamo fare attenzione a non confondere i due livelli e a tenere ben distinte le vicende biografiche di uno scrittore da ciò che raccontano i suoi libri. Seguendo questo criterio, risulterà più approfondita e pertinente l’analisi critica di un testo, perché ne verrà rispettata l’autonomia e si eviterà di fare confusione fra storia e letteratura. Inoltre, sarà più facile valutare la personalità dell’autore reale, proprio misurando le differenze o le corrispondenze che esistono fra la sua identità “storica” e quella che si può implicitamente ricostruire attraverso le caratteristiche rivelate dalla voce narrante.