Sarebbe stato un incoraggiamento per Spen e l’occasione di avvicinare il più grande industriale di Nofi, cioè il personaggio ideale e in grado di procurare un lavoro a un giovane disoccupato come lui. Le diecimila lire del premio erano finite e in casa di Spen stazionava il grigiore. La madre, un’ex guantaia invecchiata sul lavoro, tirava avanti solo perché era riuscita a domare gli istinti e a spegnerne i desideri. Il podismo, nonostante una calda lettera di Dordo, che gli raccomandava di non trascurare gli allenamenti, nella sua condizione veniva a configurarsi come una grave perdita di tempo, una mania, un vizio. Il podismo richiedeva tempo, esercizio, cibi scelti. La madre non gli rifiutava l’ospitalità ma non poteva garantirgli alcuna assistenza se il figlio stesso, Spen, non le procurava giorno per giorno i mezzi materiali. Nell’attesa di trovare un lavoro, Spen all’alba si alzava e in canottiera e calzoncini eseguiva quattro giri completi della circonvallazione di Nofi. A quell’ora per la strada c’erano contadini, fornai, erbivendoli, facchini, manovali, squadre di operai che si recavano al lavoro; i quali nel vedere quel “coso” lungo e secco sgambettare tutto storto al centro delle strade gli davano la voce con parole irripetibili. Una volta, un contadino, di sulla cima del suo carretto carico di cassette di pomodori, gli lanciò una solanacea grossa così e matura fradicia, che andò a spiaccicarsi tra il capo e il collo di Spen. Abituato a cosiffatti gesti, Spen continuò la sua marcia, lasciando che la buccia del frutto con i rivoli del succo gli scivolasse lungo la spina dorsale. Scene del genere erano le parti di uno spettacolo divertente e gratuito. Avveniva di peggio. 34 : pomodoro, appartenente appunto alla famiglia delle Solanacee. 34 solanacea