Ricevuto il telegramma dall’ufficio Spen metteva in moto le gambe e se lungo il percorso qualcuno lo salutava lui gli rispondeva senza diminuire la velocità delle sue gambe quasi si trovasse a bordo di un’automobile. La gente si faceva sulle porte per godersi la scena. I negozianti e i loro clienti lasciavano i banchi di vendita. I lustrascarpe restavano con la spazzola a mezz’aria. Dalle mani dei ragazzini cadevano i gelati e chiunque aveva fiato gridava: “Spen, Spen”, da stordirlo. Trascorse così molto tempo, quando si verificò un evento straordinario. Accadde in una di quelle tristi sere delle Olimpiadi in cui gli italiani furono battuti in quasi tutti i giochi e i calciatori furono calciati da tutti i calciatori del mondo. All’ASN si ascoltavano i comunicati allorché si udì che l’Italia, finalmente, si era fatta onore completo. Un podista aveva vinto la maratona, dando al Paese una splendida vittoria. Il vincitore si chiamava Dordo. Dordo, intervistato, dopo alcune dichiarazioni tecniche, chiese d’inviare un saluto a un suo amico – a un grande atleta sconosciuto, e che se avesse potuto partecipare all’olimpica gara si sarebbe fatto certamente onore. “Ovunque ti trovi, Spen”, disse Dordo dal video, “ti giunga il mio affettuoso saluto”. Quelli dell’ASN rimasero scioccati. A Spen la notizia giunse in un lampo e gli fece più male che bene. Fu assalito da ondate di brividi e stava impalato ritto sulla soglia dell’ufficio telegrafico in attesa del prossimo messaggio da consegnare. Giunto il telegramma, Spen si avviò per la strada col passo di sempre, in attesa di essere travolto dai soliti urlacci. 38 : le notizie, i resoconti sportivi 38 i comunicati