LEGGERE E CAPIRE IL CONTESTO L’universo culturale del meridione Il racconto, come del resto l’intera produzione di Domenico Rea, si colloca in un contesto tipicamente meridionale che occorre avere ben chiaro per penetrare a fondo nello spirito della vicenda. In questa operazione ci aiuta il narratore quando, riferendo i pensieri di Spen, esprime una serie di interessanti valutazioni sull’indole e sulla psicologia della gente del Sud (“Individualistico il Sud; ma guai a distinguersi e uscire dal gregge e ad apparire in una schietta luce di valore sul crinale frastagliato della vita”), precedute da una suggestiva immagine della società meridionale (“una specie di vaschetta piena zeppa di pesci in poca acqua in furiosa e perpetua lotta fra loro anche quando non c’era che da dare l’assalto a un’occasionale briciola di pane”). È evidente che il narratore avverte tutta la gravità di una crisi civile, prima ancora che economica, che grava sulle regioni meridionali (nella fattispecie in Campania, dove si svolge la vicenda); questa crisi provoca, come reazione, la mitizzazione del Nord, dove ricchezza, progresso e civiltà consentono una vita più libera e più giusta (“il Mondo Giusto del Nord... Doveva incamminarsi verso quel regno, certo, anch’esso pieno di lotte, ma rispettoso dei meriti dei cittadini e abbandonare, come tanti suoi antenati, il Sud”). Tuttavia, nonostante queste evidenti ed esasperanti caratteristiche negative, il Sud si presenta nel testo anche attraverso connotazioni affettuose introdotte in maniera meno esplicita, ma non meno intensa: spicca su tutte la rappresentazione di una vita sociale che, benché segnata da ignoranza e arretratezza, è riuscita a mantenere una dimensione comunitaria e corale oramai perduta nel più evoluto Nord: la vicenda di Spen, nel bene e nel male, è vissuta collettivamente da un paese intero, tanto che le prove che deve affrontare il ragazzo prima di raggiungere la definitiva consacrazione (la sottovalutazione dei suoi meriti, il dileggio dei passanti, l’ostilità dei coetanei) si possono interpretare come una sorta di rito di iniziazione a cui il giovane viene sottoposto prima di essere accolto nella comunità degli adulti (“Regnò il silenzio e, poi, esplose un grande, un enorme applauso”).