TECNICHE NARRATIVE Una delle più straordinarie prerogative dell’universo narrativo è quella che permette un’operazione del tutto impossibile nell’universo reale, ossia variare la velocità con cui il tempo scorre, accelerandola, rallentandola o addirittura bloccandola del tutto. Il risultato di queste opportunità è che ben raramente, in un testo narrativo, il tempo della narrazione corrisponde a quello della realtà, dato che esso fluisce, rispetto a quest’ultimo, o più rapidamente o più lentamente. In questa scheda cominceremo con l’esaminare il primo caso, che è di gran lunga il più comune: in un testo narrativo, infatti, gli eventi vengono di solito raccontati in un tempo assai inferiore a quello che occorrerebbe a quelli stessi eventi per verificarsi nella realtà; in altre parole, a raccontare una storia ci vuole di solito molto meno tempo che a viverla. Accade così che periodi di tempo corrispondenti a molti anni o magari a interi secoli siano contenuti nel breve giro di poche pagine: come è possibile ottenere un simile risultato? Vi sono, allo scopo, due tecniche fondamentali che il narratore può utilizzare: il e la . Il primo consiste nel riassumere uno o più episodi della vicenda attraverso una sintesi più o meno accentuata, tralasciando i dettagli secondari e limitandosi a raccontare l’essenziale; con la seconda, invece, vengono eliminate del tutto dalla narrazione parti della vicenda che possono essere taciute senza che per questo ne risenta la comprensione della storia da parte del lettore: si tratta, evidentemente, di episodi marginali e ininfluenti, la cui descrizione avrebbe solo l’effetto di appesantire e rallentare il racconto rendendolo alla fine talmente lento da risultare illeggibile. È evidente come invece, grazie ai due procedimenti descritti, il tempo narrativo si velocizzi rispetto al tempo reale, e come l’accelerazione ottenuta con la ellissi sia superiore a quella realizzata tramite il sommario. Il tempo nella rappresentazione narrativa: l’accelerazione sommario ellissi