Pistone, quella notte, era di guardia. Aspettò che l’ultimo dei quattro clienti venisse a depositare la macchina, poi si mise febbrilmente al lavoro. Smontò il carburatore, le candele, la testata. Di una messa a punto completa non c’era neppure da parlare, ma bisognava almeno smerigliare le valvole e registrare le punterie, cose che non venivano fatte da chissà quanto tempo. Quel veterinario non si dava affatto cura dello stato della macchina: a lui bastava che andasse bene o male avanti. Sarà stata l’una e mezza, e il motore della topolino era sventrato come un cadavere sulla tavola anatomica, quando Pistone sentì bussare leggermente sulla saracinesca. Per un attimo gli mancò il fiato, ma poi capì che né il padrone, né tantomeno Modesto avrebbero mai bussato in modo tanto soave. Alzò di mezzo metro la saracinesca e lasciò che Ugo si infilasse dentro. “Sei diventato matto?” gli disse. “Se se ne accorgono a casa tua, va tutto a monte”. Ugo aveva l’impermeabile infilato sopra il pigiama, ed era pallido, e ancor più pallido diventò quando vide il motore aperto e tutte le ventraglie sparse intorno. “Ce la farai a rimetterlo a posto?” domandò con un filo di voce. Pistone lo afferrò per un braccio, stampandogli cinque dita sulla manica dell’impermeabile. “Guardami bene in faccia”, disse “Io mi chiamo Romolo Sbroggiò, detto Pistone, e se mi metto in una impresa non c’è neanche il Padreterno che possa fermarmi”. Nonostante le parole e il loro tono, Ugo se ne stava lì miseramente, con lo sguardo smorto. “Se hai deciso di ritirarti dillo subito”, incalzò Pistone. “Almeno mi metto sulla branda e non ci penso più”. “Io non mi ritiro”, mormorò Ugo con uno sforzo compassionevole. “Allora vattene a letto e lasciami lavorare”. 9 10 : ripulire con lo smeriglio, o carta vetrata. : le parti più interne e più difficilmente raggiungibili del motore. 9 smerigliare 10 le ventraglie