Ugo tornò a letto e vi si rivoltolò fino alle sei e mezzo, ora in cui, nei giorni di scuola, doveva alzarsi. Per andare a prendere la corriera fece la strada lunga, quella che passava davanti all’autorimessa Impero. Avrebbe voluto guardar dentro senza farsi scorgere da Pistone, ma Pistone stava là con una cicca piantata, trionfalmente, sull’angolo della bocca. “Una cannonata”, disse sottovoce. “L’ho provata poco fa: sullo stradone di Ruspigliano ho battuto i cento”. Ugo se ne andò a scuola pieno di sonno, e di spine nel cuore. Più tardi il veterinario venne a chiedere notizie della sua macchina e Modesto gliela mise in moto per portarla fuori dalla rimessa. “Dottore”, disse consegnandogliela, le fortune capitano sempre a chi non se le merita: lei ha imbroccato una macchina, come non ne esce neanche una su mille, dalla fabbrica ”. Queste parole, udite da Pistone, furono il premio più grande che egli potesse ottenere per la sua nottata di lavoro che, per forza di cose, doveva rimanere segreta e non retribuita. Il giorno dopo era festa: sabato 1° maggio. Ugo passò una mattinata in giardino e poiché era assurdo sperare che Pistone si fosse rotta una gamba o avesse preso il tifo, aspettò con ansia che l’amico si facesse vedere. Parlare con lui della cosa, sarebbe stato certamente meglio che star lì a tormentarcisi sopra coi pensieri, da solo. Perfidamente, Pistone apparve solo verso le cinque del pomeriggio, con una tuta nuova fiammante, che portava stampato sulla schiena il marchio di un olio per motori. “Ne ho una anche per te”, disse. Ci voleva altro che una tuta, per disperdere l’affanno dall’animo di Ugo. 11 : evidentemente, l’intervento di Pistone ha migliorato le prestazioni della Topolino. 11 lei... dalla fabbrica