“Guida come un cane”, disse Pistone. “Ma ha la testata abbassata”. Alla curva successiva il distacco era ancora diminuito: trentaquattro secondi. “In dieci chilometri ci frega”, disse Pistone. Ugo sudava sotto il casco. La macchina correva su un rettilineo cui non si scorgeva la fine. “Quanto manca a Vicenza?” domandò Pistone. Ugo attese una pietra chilometrica e poi fece i calcoli. “Sedici chilometri”, rispose. “Ci frega”, ripeté Pistone. Possedeva la dote dei grandi campioni: mantenersi calmi anche nell’avversa fortuna. La macchina inseguitrice continuava a guadagnare: già si vedeva la luce dei suoi fari sui platani che restavano indietro. In breve, la ebbero proprio alle spalle, e così passarono per un paese pieno di gente, che si sbracciava per l’entusiasmo. Ci fu una stretta, un paio di curve, e Pistone riuscì ad avvantaggiarsi di un centinaio di metri. Li riperdette a poco a poco, perché la strada era ridiventata dritta e facile. Ma poi gli alberi cominciarono a diradare, lasciando sempre più spesso luogo alla case. Anche il fondo stradale peggiorava, e l’altro seguiva a una ventina di metri e non riusciva a guadagnare. “Se è Vicenza, siamo salvi”, disse Pistone. Infatti, era Vicenza. Ancora la macchina ruggì tra terza e seconda, i pneumatici sibilarono sulle curve, i bordi dipinti delle case parvero venire fin dentro i finestrini, ma la città fu troppo presto passata. Alla prima curva dello stradone per Padova, Ugo cronometrò il distacco: soltanto ventisette secondi. Resistettero per una decina di chilometri, contenendo il vantaggio metro per metro, ma alla fine l’avversario arrivò ad affiancarsi. 24 : una delle colonnine di pietra che indicano la distanza, poste a intervalli regolari lungo i bordi della strada. 24 una pietra chilometrica