Capitolo II Otto giorni dopo le due visite che Derville aveva fatto, e in una bella mattina del mese di giugno, gli sposi, separati da un caso quasi sovrannaturale, partirono dai due punti opposti di Parigi per venire a incontrarsi nello studio del loro comune avvocato. Gli anticipi che erano stati fatti con generosità da Derville al colonnello Chabert gli avevano permesso di essere vestito secondo il suo stato sociale. Il defunto arrivò dunque su un cabriolet molto dignitoso. Aveva la testa coperta con una parrucca adatta alla sua fisionomia, era vestito di un abito blu, e portava sul gilet il cordone rosso dei grandi ufficiali della Legion d onore. Riprendendo le abitudini agli agi, aveva ritrovato la sua antica eleganza marziale1. Si teneva dritto. La sua figura, grave e misteriosa, dove si distinguevano la felicità e tutte le sue speranze, sembrava essere ringiovanita e quasi morbida , per dirla con una delle espressioni più tipiche dei pittori. Non assomigliava allo Chabert del vecchio pastrano, più di quanto una moneta da un centesimo non assomigli a un pezzo da quaranta franchi appena coniato. Nel vederlo, i passanti avrebbero facilmente riconosciuto in lui uno dei bei reduci della nostra antica armata, uno di quegli uomini eroici sui quali si riflette la nostra gloria nazionale, e che la rappresentano, come il riflesso di uno specchio illu1 marziale : simile all atteggiamento di Marte, dio della guerra, e, dunque, energico, impettito, fiero, da vero militare. 97