Capitolo 19 103 19 I tempi per Argo si sono compiuti. Non così per l uomo dal volto duplice che egli ha amato (il Padrone col pelo e quello senza pelo), che, per lui e senza di lui, conosce ora l ombra della tristezza. Un ora dopo, nello stesso giorno, quando la moglie di Feliciano portò il vestito nuovo per il marito e per Giusi, senza aver capito bene per telefono come mai eran nudi, il dottore avvertì: «Ora che c è la mamma andatevene voi due. Il ragazzo ha solo bisogno di star tranquillo e di sentirsi protetto . Giusi e Feliciano si guardarono in faccia. Pensarono: «Intanto mangiamo un boccone, poi, già che ci sono ancora sei ore di giorno andiamo a sotterrare il cane . Presero a un bar due mezzi pani con del prosciutto. Il vino, tre bicchieri, lo bevvero a sciacquabudelle1, poi salivano il monte. «Hai pensato alla faccenda del cane? chiese Giusi. «Troppo! rispose Feliciano. «E se ci rifletto il mangiare mi va di traverso. Quel cane, che è poi quello che ha finito la riserva, prima ha sbranato la vipera, poi m ha salvato il figliolo abbaiando a richiamo, e io l ho ammazzato! . « quello che vidi quando tirasti al cane lupo, e ti dissi che m aveva guardato in un certo modo e tu non volevi! . «Quando arriviamo a casa ripartiamo subito e andiamo a seppellirlo . Per tutta la strada non dissero più parola. A casa presero un picco molto largo e tagliente dalla parte della lama, acuto in punta, e una pala. Partirono col vestito delle feste: all atteggia1 lo bevvero a sciacquabudelle: non dettero tempo alla bocca di gustare; lo tracannarono; lo mandarono giù così velocemente da sciacquare le budelle.