Capitolo 4 27 4 Argo si allontana dall uomo e si avvicina alla natura. Diffida dell uno, confida nell altra. Questo gli suggerisce l Istinto. Recupera così la dimensione naturale della propria specie, il cui ricordo si perdeva ormai nella notte dei tempi. Quando Argo si svegliò dopo aver dormito per la seconda notte all aperto, volle far le sue cose e ci riuscì con difficoltà al piede di un albero. La sua fame era tanta che avrebbe rimangiato subito quei frustoli stenti1, avanzo miserevole del piatto di minestrone digerito fin troppo bene. Sapeva però di non poterlo fare e non si ricordava il perché. Ma a fargli perdere quel vizio avevan contribuito vigorosamente concordi il Padrone col pelo e quello senza pelo in un epoca di cui s era persa la traccia. Si mise quindi a viaggiare a pancia vuota. Con le sue corse in discesa necessarie e improvvise Argo aveva abbandonato le regioni del faggio ed era sceso in un giorno solo a quelle del castagno. Ora si trovava in un nocellaio2 folto che ombreggiava il letto di un ruscello senz acqua, abitato, come s accorse subito, da uno Scoiattolo. Nessuno dei due s aspettava l incontro. Fortunato fu lo Scoiattolo che riuscì a filare in tempo su per un grosso castagno inseguito fino a una certa altezza dal cane. Sì perché l albero, mai potato, aveva fatto una corona di rami facili in basso e s era sguarnito in alto. Su quelli s arrampicò agilmente il nemico finché si trovò alle prese col tronco nudo che si perdeva nel cielo. Di lassù lo Scoiattolo, aggrappato ad un pollone3, guardava in basso. 1 frustoli stenti: pochi pezzi. 2 nocellaio: bosco di nocciòli. 3 pollone: ramo che si distingue per essere cresciuto vigoroso e in buona parte liscio e nudo.