Capitolo 10 53 10 Lepri ungheresi sono emigrate nella terra in cui vive Argo. Ma il luogo, bello in apparenza, è inospitale. Non possono dormire tranquille né sognare la patria lontana. Qualcuno si aggira nella notte... Immerso com è, e quasi costretto, dalle cose in cui vive, l uomo fa ogni giorno delle esperienze ed impara. Il fatto che le ridice e trova chi è disposto all ascolto e a volte a farne tesoro, è forse l atteggiamento più evidente che lo fa diverso dagli animali, lo facilita nell acquisto rapido, nel possesso e nell uso delle notizie utili. Argo nella sua mente segreta era entrato in possesso della sua verità incomunicabile: se non abbaiava avrebbe preso la lepre addormita nel covo, quella che gli aveva ammazzato sotto gli occhi lo sconosciuto cacciatore Gedeone. Così quando trovò un altro odore fu estremamente circospetto e silenzioso, sorprese un leprone al covo, lo cavalcò tenendolo stretto coi denti dove il collo s attacca alla testa finché ebbe la forza di balzare, di rotolarsi, di belare1. Poi tacque. Ma le lepri erano poche, tutte ormai vecchie, d esperienza2, perché la stagione volgeva all inverno, dure e folte di pelo. Una per paese, forse. Così il cane prendendone una qui, una là, in un percorso di una ventina di chilometri, nei boschi, non dette dapprima scandalo ai cacciatori, perché non era facile ritrovare le pelli. Infine si arrangiò anche in altri modi, girando per le campagne sul mezzogiorno, quando gli uomini sono a casa, accostandosi solo allora alle capanne e alle stalle.Trovava qualche uovo nei 1 belare: in effetti la lepre non bela ma frigna. L Autore tuttavia usa impropriamente questo verbo per rafforzare la pena del leprone catturato da Argo. 2 d esperienza: avevano acquisito esperienza diventando vecchie.