106 IL TRENO DELLA SPERANZA 17 L ultima tappa Seduto sulla proda di un fosso, con un basco in testa ed un impermeabile indosso per ripararsi dall umidità notturna, Dughini attendeva pazientemente da oltre un ora. Era da poco passata la mezzanotte,quando udì un fischio rauco e scorse di lontano due fanali azzurrati avanzare lentamente. Si trattava di certo del convoglio atteso, sia per la scarsa velocità, sia per il rumore secco e prolungato delle ruote, quando passavano sui giunti dei binari. Sbuffando un acre fumo nero, la locomotiva si fermò fuori stazione, dato il gran numero di vagoni, non lontano dal luogo dove attendeva Dughini. Egli si avviò velocemente lungo il sentiero che costeggiava la via ferrata, fissando nell oscurità per scorgere il segnale convenuto di tre lampeggiamenti, fatti con una pila. Li scorse dopo qualche passo e corse in quella direzione. Scambiò poche parole con i due dragoni di scorta e poi aiutò prima i bambini, poi Giuditta e Davide a saltare a terra. «Presto, seguitemi senza correre. Mettete sulle spalle i bagagli: qualcuno datelo a me , disse a bassa voce e si mise in testa alla famiglia, che lo seguì in fila indiana. A mano a mano che si allontanavano dalla stazione, l oscurità si faceva più fitta e li favoriva. Dopo un lungo tratto si fermarono per riprendere fiato. Dughini abbracciò gli amici, accarezzò i ragazzi e fece qualche breve raccomandazione, riprendendo poi la marcia, dopo essersi assicurato che nessuno fosse in vista.