72 IL TRENO DELLA SPERANZA 10 Sciacalli ed avvoltoi Branko Jaroslav era uscito, poco dopo l alba, per il suo solito appostamento in cima alla collinetta. Aveva atteso le prime luci in stato di grande eccitazione, persuaso che quello che sorgeva sarebbe stato un giorno memorabile. Raggiunto l osservatorio, scrutò con attenzione l isola, non notando il minimo segno di vita. «Stanno ancora dormendo, perché si credono al sicuro mormorò sogghignando tra sé e sé e mettendosi a suo agio a masticare un tozzo di pane di segala. Dopo un paio d ore incominciò a piovere sempre più forte. Branko rimase ancora qualche minuto; poi stimando che con quel tempaccio fosse assai improbabile che qualcuno venisse, fece ritorno a casa, stanco e di umor nero. Dopo pranzo, rifece il cammino, ma fortunatamente quando i Berkevich se ne erano già andati dal capanno con i loro salvatori. Stava appunto ritornando da questo suo secondo sopralluogo, quando udì delle voci nel bosco di fronte. Si fece attento e, dopo qualche istante, vide sbucare una mezza dozzina d uomini in divisa, che avanzavano con le armi spianate. Aguzzò gli occhi e li identificò come ustasci. Non ci potevano essere equivoci di sorta: in una giornataccia come quella nessuno poteva capitare lì per caso. Dunque, la sua lettera era arrivata a destinazione e quelli ne erano gli effetti.