La libreria 13 87 Il capitano Traniello Il capitano Dalmasso, nell esercizio delle sue funzioni, di buon mattino aveva effettuato medicazioni e visite ai quadrupedi a lui affidati, a tempo di record. I quattro dragoni, partecipanti alla spedizione sul lago, l avevano ansiosamente interpellato sullo stato di salute degli ebrei ed egli aveva loro confidato di poter, nella mattina stessa, ottenere notizie recenti. Chiamato il fedele sergente maniscalco,gli aveva dato delle banconote iugoslave di occupazione, incaricandolo di andare da un loro fornitore ad acquistare dei viveri freschi. Dopo, si era recato alla mensa e vi aveva rimediato dello zucchero, della farina e del caffé. Il tutto era stato stivato in una capace cassa, che avrebbe mandato a ritirare dagli stessi frati. Verso le 11, accertatosi che tutto fosse in ordine, uscì e si diresse verso il convento. Entrò nella chiesa silenziosa e semibuia, l attraversò e in sacrestia trovò frate Alessio. «Tibi salutem dico (Ti saluto) esordì, in quanto era stato informato dall amico del modo di esprimersi del francescano. «Tibi quoque. Quid vis? (Anche a te. Che cosa vuoi?) chiese il frate. «Amicus sum Dughini (Sono un amico di Dughini) e facendo appello a tutte le reminescenze liceali, spiegò come volesse far pervenire ai rifugiati i viveri raccolti e,possibilmente,visitarli e conoscerli. Frate Alessio provvide subito a mandare un confratello a prele-