PREMESSA Tutti coloro che hanno dimestichezza con la penna, prima o poi, sono stati tentati di scrivere un romanzo. In seguito, per mille ragioni, hanno desistito, in quanto se l impresa lì per lì si presentava facile ed allettante, poi in realtà si rivelava simile ad una parete di sesto grado, bellissima ed invitante da lontano, senza appigli di sorta e scabrosa da vicino. Nella lontana giovinezza, mi ero misurato con il genere narrativo e la prova non era stata molto convincente per l inesperienza e perché troppi esempi di grandi scrittori mi impedivano una genuina ispirazione. Continuai, allora, a scrivere, ma in campo critico e giornalistico. Un anno fa, durante una dotta riunione di docenti e di persone colte, un insegnante dagli occhi sorridenti ed ironici mi interpellò in questo modo: «Lei dirige una interessante Collana di Narrativa, fa prefazioni e commenti ed inventa schede critiche, ma non ha scritto un solo romanzo, come mai? . Che rispondere? Senza riflettere, ma piccato, dissi: «Signora, il prossimo anno uscirà una mia opera . La signora colse la palla al balzo e ribattè: «La prendo in parola ed attendo una delle prime copie da far leggere ai miei alunni . Così nacque questo romanzo, le cui vicende ho attinto alla memoria, nel profondo. Spero e credo che non sia soltanto una scommessa, ma realizzi un sogno, rimasto per tanti anni tale dentro di me. Giudici ne saranno i lettori, giovani e adulti, da cui attendo serenamente un responso critico. Ai ragazzi - Leggendo «Il treno della speranza , troverai al fondo di ogni capitolo un invito a riflettere sulle vicende e sui personaggi, che a mano a mano ti saranno presentati. Non è una pedanteria pedagogica, ma un modo di intendere la lettura come una serie di occasioni per interrogarti, per misurarti con i problemi e per «crescere intellettualmente e moralmente. Fra pochi o molti