94 IL TRENO DELLA SPERANZA 15 Il corrispondente di guerra Giunse la domenica ed i due, Dughini e Dalmasso, avevano lavorato instancabilmente. Il primo, persuaso il veterinario capo, aveva designato i quattro cavalli che dovevano essere trasferiti al deposito di Nizza Cavalleria a Torino. Due degli accompagnatori erano stati partecipi della spedizione al lago e per questo motivo fidati. I documenti erano stati preparati e tutto era pronto. Rossi, interpellato in proposito, aveva assicurato il trasporto. Dughini, questa la grande novità, era riuscito ad ottenere una licenza di cinque giorni per tornare in Italia ed avrebbe così potuto precedere il treno merci, recandosi in antecedenza al convento di Vercelli per predisporre le cose in attesa dell arrivo dei Berkevich. Quest ultima decisione era stata da lui presa,perché conosceva bene la città piemontese per avervi insegnato qualche anno prima e perché le vie per la Svizzera gli erano familiari. Sperava così di arrivare alla frontiera, con l aiuto, naturalmente dei frati vercellesi. Si era anche preoccupato di mettere al corrente gli amici ebrei di quanto avrebbero dovuto affrontare; essi in cambio gli avevano manifestato la loro ferma determinazione di correre qualsiasi rischio, pur di mettersi in salvo. Fatte le ultime raccomandazioni a Dalmasso, aveva preso posto sul convoglio che partiva a mezzogiorno. All ultimo momento era entrato nello scompartimento un uomo corpulento con una voluminosa valigia e una macchina