129 19 Finalmente, papà! Quella sera sistemarono di nuovo gli allarmi, perché avevano l impressione di dover dormire sui tesori di mezza Etruria e, prima di andarsi a sprofondare nel meritatissimo sonno, parlottarono ancora un po della giornata, attorno al tavolo. «Oh, come vorrei che arrivasse papà, ormai! , sospirò Susi. Lui avrebbe risolto tutto, compresa la faccenda dei curiosoni, nel migliore dei modi. «T immagini , disse Michele sognante «potremmo fargli una meravigliosa sorpresa, mettendo in bella mostra sul tavolo . «Ssst! Zitti! , sussurrò Marco. Tacquero immediatamente: in quei giorni vivevano, anche se non volevano ammetterlo, in un atmosfera di ansia. Nel silenzio totale intesero distintamente un parlottare appena al di là della porta. Marco allungò una mano e spense l unica lampada della stanza. Senza dubbio qualcuno strusciava i piedi in terra, proprio sulla soglia, ed erano udibilissime voci basse ma concitate, come se fuori gente non si trovasse d accordo su qualche cosa e stesse animatamente discutendo. Senza rumore, alla tenue luce della sua pila, Marco si avvicinò alla porta: aveva, ad ogni buon conto, impugnato un robusto bastone. Michele, altrettanto silenzioso, lo seguì immediatamente, afferrando con atteggiamento bellicoso e smorfiacce indescrivibili le molle del caminetto. Fuori la discussione continuava. Marco afferrò la chiave, pronto a girarla nella toppa e a spalancare di colpo la porta, perché in quel momento era pieno d ira contro tutti i guastafeste del mondo e aveva voglia di affrontarli a viso aperto. «No , soffiò Susi, che si teneva stretta Michela, la quale fissava la porta con terrore.