91 13 Qui pro quo Il quartetto trascorse il resto della settimana a trafficare fra cantina e antri, perché Marco aveva deciso di rendere più sicuro anche il cunicolo B, prima delle ulteriori esplorazioni, con un minimo di armatura di legno. I ragazzi si improvvisarono di nuovo carpentieri e riuscirono a costruire una incastellatura rozza ma robusta, che poteva servire ottimamente in quella prima fase di lavori. Poi verremo con una struttura d acciaio , si era ripromesso Michele, piantando gli ultimi chiodi in una trave. Vedeva già una metropoli dissotterrata: erano tralicci piantati qua e là con gru, verricelli1, trattori e tutto quello che serve per restituire all onor del mondo una civiltà di lucumoni. Ma la scomparsa dei quattro preoccupò Gino e Fredo. I compari si erano aggirati nei dintorni per tutto quel tempo, sempre aspettando l occasione di intervistare uno dei gemelli, Michele possibilmente; ed ecco i gemelli, nonché i grandi, eclissarsi o meglio rintanarsi in casa come volessero fare gli eremiti tutti quanti. Qui gatta ci cova , continuava a brontolare Gino. Lo rodeva il sospetto, quasi certezza, che nell interno del Cascinotto capitasse qualche cosa di straordinario per un tombarolo come lui: i ragazzi (era pronto a scommetterlo) avevano trovato un orcio, e chissà che altro ancora di prezioso, e ora stavano scavando. L avrebbe giurato. Ma come riuscire a saperlo, se non mettevano più il naso fuori da otto giorni? «A Giacomo la merce nostra non interessava , ricordò una volta Fredo, mentre, come sempre, occhieggiavano da un dosso vicino. «No. Ci rideva. E proprio per questo, becero2 d un becero, non 1 verricelli: macchine per sollevare grossi pesi, costituite da un cilindro rotante in orizzontale attraverso al quale si avvolge la fune legata al peso. 2 becero: vocabolo toscano; qui significa: zotico, ignorante.