101 12 Un balordo col coltello Era il tardo pomeriggio del 23 dicembre. Il professor Fabiani, spaesato tra le luminarie natalizie e la folla stipata sotto i portici di piazza Castello, si sentì improvvisamente stanco e di cattivo umore. La borsa, piena di pacchi regalo, frutto della sua accurata ricerca nelle librerie cittadine, era diventata ingombrante, così decise di porre fine agli acquisti e di salire sul primo bus diretto verso casa. Intrappolato in un traffico da ora di punta, il bus percorse a passo d uomo via Po, prese un poco di velocità nell attraversare piazza Vittorio Veneto e rallentò di nuovo sul ponte della Gran Madre. Di fronte alla mole del pantheon neoclassico, eccezionalmente illuminata anch essa in omaggio alle festività, Fabiani pensò che proprio non amava le luci natalizie. Trovava che negli ultimi anni le amministrazioni comunali esagerassero con i festoni tesi sulle strade ogni trenta metri, con le insegne e i motti al neon sui palazzi, con le mille lampadine accese sotto i portici. «Questa austera città addobbata come un albero di Natale! , si ritrovò a pensare acidamente tra sé. « un non-senso, anche estetico. Per non dire che è una resa totale al consumismo, con buona pace dei bei propositi di risparmio energetico . Quando il bus imboccò finalmente corso Casale e poté acquistare una velocità più sostenuta, il pensiero di Fabiani si volse al periodo di vacanza dalla scuola che lo attendeva.