95 11 Scambio di lettere Si era giunti ormai alla fine di novembre e adesso gli abitanti di S., aprendo le imposte di primo mattino, trovavano le strade e le piazze avvolte da una caligine fitta e densa, che inzuppava ogni cosa. Era la caratteristica nebbia mattutina delle giornate serene, e quindi tutt altro che uggiosa, perché lasciava indovinare il rapido sopraggiungere di ore tiepide e terse. In quei giorni, gli studenti che salivano al castello, trovavano gli spogli olmi del viale fradici e pronti a rilasciare sulle loro teste scariche di goccioloni al minimo soffio di vento. Mano a mano che si avvicinavano al borgo medievale, gli umidi vapori tuttavia diradavano e già nel percorrere la scalinata di pietra essi avevano sul capo il cielo azzurro. Messo poi il piede sulla spianata, venivano miracolosamente accolti da un sole freddo ma luminoso e da un venticello frizzante. Pochi erano quelli che resistevano alla tentazione di affacciarsi a contemplare lo spettacolo fantastico che si presentava ai loro occhi al di là dei bastioni. I tetti delle case erano ricoperti da un mare profondo e mutevole di vapori biancastri, che si estendeva anche all intero fondovalle e dal quale emergevano soltanto le lontane colline, simili a isole irreali, inondate di sole. E la mole del castello, verso la quale gli studenti al suono del campanello si decidevano a volgere il passo, era essa stessa un isola, che s ergeva nitida e luminosa d azzurro sulla pianura nascosta.