117 III La conquista del Graal Ser Galvano aveva deciso di separarsi da ser Ivano e dal fratello, ser Gareth, per proseguire da solo l avventura; cavalcò per molti giorni senza incontrare nessuno, perciò, quando si imbatté in ser Ector, fratello di Lancillotto, gli rivolse il saluto con gioia. I due cavalieri decisero di proseguire insieme il cammino e, otto giorni dopo, arrivarono nei pressi di una cappella, a prima vista abbandonata. Decisero di passare lì la notte e quindi smontarono da cavallo; si addormentarono in fretta, tanto erano stanchi del lungo viaggio. Si risvegliarono che il sole era già alto e presero la strada che portava al fondovalle; si erano appena incamminati, quando incontrarono un cavaliere che li sfidò a duello. Galvano non si fece ripetere l invito e si slanciò contro lo sconosciuto; lo scontro ebbe risultati nefandi1: Galvano fu ferito al fianco sinistro, mentre il suo avversario rimase al suolo, trafitto al costato. «Cavaliere, pietà! Accompagnatemi alla chiesa più vicina, in modo che possa ricevere i sacramenti; sento che non avrò molto da vivere , implorò il cavaliere sconosciuto. Galvano lo fece salire sul proprio cavallo e lo accompagnò ad un monastero dove il moribondo ricevette la comunione. Ser Galvano gli chiese: «Qual è il vostro nome? . Il ferito rispose: «Mi chiamo Ivano; sono il figlio di re Uriens e ho l onore di sedermi alla Tavola Rotonda. Galvano, ero vostro compagno d armi e voi mi avete ucciso. Dio vi perdoni, ma per sempre sarà ricordato come un cavaliere abbia messo a morte un altro cavaliere, legato al lui dal giuramento all ordine della cavalleria . Galvano esclamò: «Che sventura vi è toccata! . 1 nefandi: terribilmente malvagi.