174 STORIA DI SER LANCILLOTTO IV La morte di re Artù Intanto re Artù e ser Galvano avevano radunato un esercito di sessantamila uomini e si erano imbarcati per superare il mare; il re aveva nominato ser Mordred governatore di tutta l Inghilterra, affidando alla sua tutela anche la regina Ginevra. Aveva agito così perché Mordred era suo figlio, come tutti sapete. Una volta sbarcati nelle terre di Lancillotto, la volontà cieca di vendetta di ser Galvano, li aveva indotti a metterle a ferro e fuoco. Lancillotto lo venne a sapere e così ordinò ad una damigella e a un nano di andare a chiedere al re di porre fine alla guerra sulle sue terre. Gli insoliti ambasciatori ubbidirono; montarono su di un palafreno e cavalcarono fino al padiglione di Artù, che sedette con Galvano per ascoltare l ambasciata. Al re vennero le lacrime agli occhi e i baroni lo consigliarono per la pace, ma intervenne Galvano, che parlò così: «Mio signore e zio, vi siete spinto tanto avanti, per poi ritrarvi da vigliacco? Il mondo intero parlerà male di voi e il vostro nome verrà atrocemente infangato . «No, Galvano non sarà così. Seguirò il tuo consiglio, però congeda tu gli ambasciatori; per me è troppo penoso . «Riferite a ser Lancillotto che è fatica sprecata appellarsi1 a mio zio; fategli anche sapere che io non avrò pace finché non lo avrò ucciso con le mie stesse mani . Lancillotto accolse con preoccupazione il messaggio della damigella e del nano, ma fu addolorato ancora di più quando il mattino dopo si accorse che la città in cui si era ritirato Benwick2, era assediata. Ordinò di opporre la più ardita resistenza e di ribut1 appellarsi: rivolgersi a qualcuno, chiedendo il suo aiuto. 2 Benwick: città della Francia, dove l autore immagina che Lancillotto abbia attrezzato il suo castello più protetto.