40 STORIA DI RE ART III Gli inganni di Morgana la Fata Avendo saputo della scomparsa di Merlino, i re ribelli decisero di sferrare un improvviso attacco alle truppe di re Artù. Mossero le loro schiere e raggiunsero i padiglioni reali nel corso della notte, mentre il re, la regina e le loro genti riposavano. Ci fu un grande scompiglio e mentre tutti si armavano, un cavaliere ferito si presentò al re, esortandolo a mettersi in salvo: il suo esercito era annientato e molti erano stati gli uccisi.Allora Artù e Ginevra, accompagnati da ser Kay e da ser Galvano, si gettarono al galoppo verso il fiume con l intenzione di attraversarlo, ma si fermarono sulla riva spaventati dall impeto della corrente. Mentre stavano consultandosi sul da farsi, Kay vide sopraggiungere i cinque re, soli e con le lance in pugno. «Ecco i nostri nemici, andiamo ad affrontarli , gridò. Spinse subito il cavallo al galoppo e il suo gesto fu imitato da Galvano e da Artù. Nonostante l inferiorità numerica, gli uomini della Tavola Rotonda ebbero ragione degli avversari.Artù si preoccupò di portare al sicuro la sua sposa, poi riunì i suoi cavalieri e parlò loro con la fierezza del grande condottiero: «Quando i nostri nemici scopriranno che i loro capi sono morti, proveranno un tale sconforto e non sapranno che fare: il loro esercito, senza una guida, andrà presto allo sbaraglio . Avvenne proprio quello che il re aveva previsto; infatti Artù, che aveva a disposizione una piccola schiera, ebbe una facile vittoria sugli uomini sbandati, orfani dei re ribelli. Finita la battaglia, il vincitore si inginocchiò e ringraziò umilmente Dio, per essere stato al suo fianco durante lo scontro. I sei re superstiti resero omaggio ad Artù, che così finalmente riuscì ad imporre il proprio diritto su tutto il suo grande regno. Passò del tempo e un giorno re Artù decise di uscire per una