Capitolo 3 UNA DISPUTA DIETRO LE QUINTE Quella notte, verso le tre del mattino, la vedova Delouche, l albergatrice, che abitava nel centro del paese, si alzò per accendere il fuoco. Dumas, suo cognato, che abitava da lei, doveva mettersi in strada alle quattro e la povera donna, la cui mano destra era rattrappita per una vecchia bruciatura, si affrettava nella cucina buia per preparare il caffè. Faceva freddo. Mise sulla sua camiciola un vecchio scialle, poi, tenendo con una mano la candela accesa, proteggendo la fiamma con l altra mano quella malandata con il suo grembiule alzato, attraversò il cortile ingombro di bottiglie vuote e di casse di sapone, e aprì, per prendervi dei ciocchi, la porta della legnaia che serviva anche da capanno per i polli Ma aveva appena spinto la porta, che, con un colpo di berretto così violento che fece fischiare l aria, un individuo spuntato dall oscurità profonda spense la candela, gettò a terra la povera donna e fuggì a gambe levate, mentre le galline e i galli, sottosopra, facevano un chiasso infernale. L uomo portava con sé in un sacco come la vedova Delouche, ritrovando il controllo di sé, si accorse un istante più tardi una dozzina dei suoi pollastri più belli. Alle grida della cognata, Dumas era accorso. Constatò che il mascalzone, per entrare, aveva dovuto aprire con una falsa chiave la porta del cortiletto e che era fuggito, senza richiuderla, per la stessa strada. Subito, da uomo abituato ai bracconieri e ai ladruncoli, accese la lanterna della sua vettura e, prendendola con una mano, il fucile carico nell al127