Capitolo 3 LA GITA DI PIACERE Feci fatica a seguire Augustin sulla strada di Le VieuxNan ay. Andava come un corridore di bicicletta. Non scendeva di sella per fare le salite. Alla sua inesplicabile esitazione del giorno prima erano succedute una febbre, un nervosismo, un desiderio di arrivare al più presto che mi spaventavano un po . Da mio zio mostrò la stessa impazienza: sembrava incapace di interessarsi a qualcosa fino al momento in cui ci fummo sistemati in vettura, verso le dieci, l indomani mattina, e pronti a partire per le rive del fiume. Eravamo alla fine del mese di agosto, al declino dell estate. Già i ricci vuoti dei castagni ingialliti incominciavano a ricoprire le strade. Il tragitto non era lungo; la fattoria dei Salici, vicina allo Cher, dove stavamo andando, non si trovava che a due chilometri al di là delle Sablonnières. Di quando in quando, incontravamo altri invitati in vettura e anche dei giovani a cavallo, che Florentin aveva invitato arditamente a nome del signor de Galais Ci si era sforzati, come un tempo, di mescolare ricchi e poveri, castellani e paesani. Fu così che vedemmo arrivare in bicicletta Jasmin Delouche che, grazie al guardiano Baladier, aveva fatto da poco la conoscenza di mio zio. Ecco , disse Meaulnes, scorgendolo, colui che aveva la chiave di tutto, mentre noi cercavamo fino a Parigi. C è da disperarsi! . Ogni volta che lo guardava, il suo risentimento cresceva. L altro, che si immaginava al contrario di avere diritto a tutta la nostra riconoscenza, scortò la nostra vettura molto da 191