Capitolo 5 LA TENUTA MISTERIOSA Per raccapezzarsi si arrampicò sulla scarpata da cui era saltato. Lentamente e con difficoltà, come all andata, si orientò tra le erbe e le acque, attraverso gli steccati di salici, e se ne andò a cercare la vettura in fondo al prato, dove l aveva lasciata. La vettura non c era più Immobile, la testa che pulsava, si sforzò di ascoltare tutti i rumori della notte, credendo in ogni istante di sentir suonare lì vicino il collare dell animale. Niente Fece il giro del prato; il recinto era semiaperto, semirovesciato, come se la ruota di un carro ci fosse passata sopra. La cavalla doveva, di là, essere fuggita da sola. Risalendo il sentiero, fece qualche passo e si ingarbugliò i piedi nella coperta che senza dubbio era scivolata a terra dal dorso della cavalla. Ne concluse che la bestia fosse fuggita in quella direzione. Prese a correre. Senza altra idea che la volontà tenace e folle di raggiungere il carro, tutto il sangue al viso, in preda a quel desiderio panico che assomigliava alla paura, correva Talvolta il piede inciampava nei solchi delle ruote. Alle curve, nell oscurità totale, finiva contro gli steccati, e ormai troppo stanco per fermarsi in tempo, cadeva sulle spine, le braccia in avanti, squarciandosi le mani per proteggersi il viso. Talvolta si fermava, ascoltava e ripartiva. Per un istante credette di sentire un rumore di carro; ma non era che un carretto sobbalzante che passava molto lontano, su una strada, a sinistra 67