109 13 Un abito su misura Le centinaia di porte che si aprivano sulle scale del palazzone erano tutte uguali.Tutte marroni e lisce, con uno spioncino ad altezza d uomo. A destra della porta c era il microscopico pulsante del campanello, sistemato sotto una targhetta piccolissima. Le famiglie che avevano voluto mettere qualcosa di più che un solo cognome, erano state costrette ad attaccare sul muro delle etichette autoadesive. Tra tutte, una sola aveva una decorazione diversa. Si trattava di una porta al ventitreesimo piano della scala H. Arrivati al ballatoio, la quarta porta da destra si distingueva perché attorno allo spioncino era applicata una coroncina di tulle1 e fiorellini finti. Una composizione graziosa, realizzata da mani esperte. Le mani erano quelle d oro di Giulia, la sarta che nel suo miniappartamento aveva ricavato anche il laboratorio. Cambiava la decorazione ogni due settimane circa perché la sporcavano, la strappavano o la imbrattavano con le bombolette spray. Lei si era rassegnata ed era quasi orgogliosa dell invidia che suscitava quella sciocchezza appesa alla modestissima porta. Le capitava solo, qualche volta, di domandarsi perché mai gli altri condomini non decidessero di personalizzare anche le loro porte, anziché accanirsi contro le sue decorazioni. Quando le succedeva di domandarselo, non riusciva mai a trovare una risposta soddisfacente. Lei, comunque, la coroncina la metteva perché aveva bisogno di distinguersi: le sue clienti erano signore per bene e un 1 tulle: tessuto leggerissimo e molto trasparente.