26 IL GRANDE GIOCO 3 In marcia attraverso la città «Dài, non perdiamo tempo in chiacchiere. Muoviamoci! , incalzò Hortensia, beninteso, appena riuscì a liberare la bocca dall impasto di caramelle che aveva masticato con goloso entusiasmo. E poi, addolcendo il tono: «Non abbiamo molto tempo per arrivare e potrebbero cominciare senza di noi! La sola ipotesi di perdere qualche istante del grande gioco mise loro le ali ai piedi. «Sì, sì , squittì Guendalina. «Partiamo subito! «La soluzione è qui , disse Enrico, gonfiando il petto con orgoglio nel mostrare la cartina. Si appoggiarono su un blocco di cemento messo per limitare il traffico e studiarono la situazione. «Accidenti , commentò Francesco, con una nota di apprensione nella voce, «è proprio dall altra parte della città! «Non pensavo fosse così lontano. Questo significa , Guendalina sembrò non trovare il coraggio di completare la frase, ma si riprese con sorprendente velocità: « significa che dovremo viaggiare al buio, nella notte! «La notte è come il giorno: se hai paura del buio, hai paura di niente , disse secca secca Hortensia. Avevano già più volte discusso di questo argomento. Hortensia, nei momenti buoni, ci sapeva davvero fare. Già da quasi un anno Guendalina riusciva a dormire anche con la luce spenta! «Ben detto! , intervenne Francesco. «Spostarsi con il buio può essere più comodo: daremo meno nell occhio e non troveremo stupide vecchiette pronte a far domande! «Perché ce l hai tanto con le vecchiette? , s incuriosì Hortensia. Gli unici parenti con i quali un tempo si era intrattenuta volentieri erano le sue vecchissime nonne.