Il grande gioco 47 6 Il grande gioco «Siete quelli del Dandoloni? , chiese una ragazzina con i codini rossi, che aggiunse subito. «Pensavamo che aveste perduto la strada! Senza lasciar loro il tempo di rispondere, si voltò e annunciò a gran voce: «Ok, tutti qui! Si parte! Loro nemmeno la stavano ad ascoltare. Gli occhi fissi, le labbra leggermente dischiuse, respiravano lenti godendosi lo spettacolo. Un enorme salone, grande quanto le intere fondamenta del gigantesco palazzo, era attraversato dal più straordinario plastico mai visto.Tutt attorno a quel capolavoro si assiepavano nugoli di ragazzi e ragazze. «Già, è bello star qui a guardare , pensò Guendalina, che fu bruscamente scossa da una gomitata di Hortensia: «Avanti! Non rimarremo sulla porta solo a guardare, no? Si avvicinarono a piccoli passi. « meraviglioso , osservò Enrico. Guendalina annuì, muta. Francesco voltava le spalle per scrutare gli altri ragazzi. Tutti erano lì per visitare il plastico, seguire il tragitto del trenino che sarebbe partito di lì a poco e poi semplicemente giocare. Erano tutti uguali a loro e tutti insieme parlavano, urlavano, correvano. Qualcuno, più timido, stava vicino ai pilastri di sostegno o appoggiato ai muri. Altri, con l aria complice, complottavano, parlottando e lanciavano intorno sguardi di sottecchi1. Francesco ne fu subito incuriosito. Lì dentro, ne dedusse, dovevano concludersi accordi grandiosi. 1 sguardi di sottecchi: sguardi lanciati con gli occhi semichiusi, oppure cercando di non farsi notare.