Alla carica! 10 83 Alla carica! A un certo punto, Enrico si accorse che stava correndo. Lo sforzo gli aveva fatto assumere consapevolezza. Non gli era mai sembrato che correre fosse tanto faticoso: si sentiva le gambe di piombo, la pancia come un enorme budino infilato sotto il torace, il cuore come una pompa che gli martellava nelle tempie e il respiro come se venisse da una stazione radiofonica messa a tutto volume nella sua testa. Perché si ostinava a correre? Davanti a lui Francesco brandiva un avanzo di brioche di cui non gli importava più nulla. Correva per senso del dovere. Correva perché voleva prendere Francesco e dargli una lezione. Ma anche per ringraziarlo di avergli fatto fare un po di movimento. Pensava a tutte queste e a molte altre cose ancora, quando gli parve di cogliere che il suo respiro affannoso si mescolasse a un rumore altrettanto forte, che però veniva dall esterno. Ragionò per un attimo su quel fenomeno acustico e poi si accorse che quello in sottofondo era il ciuf ciuf del trenino. Era dietro di loro! E non doveva essere ben messo, se aveva il suo stesso ritmo affannoso. Questo significava che che aveva bisogno di altro carbone! Perché gli ci era voluto tutto quel tempo per capirlo?! «Francesco! il suo grido soffocato arrivò a segno al primo colpo perché il suo compagno si voltò sorridendogli. Per fortuna: non sarebbe stato capace di gridare una seconda volta. «Il trenino! Francesco capì al volo. Anche questo era tutt altro che scontato. Perché Francesco era un ragazzo intelligente, ma molto più spesso impegnato a dimostrare di essere bravo che