Primo Levi LE ZIE In una Torino degli anni Settanta, ormai moderna e simile all attuale, il protagonista-narratore rende visita alle zie di un amico lontano: entra in questa maniera in un mondo trasognato, a due passi da quello pulsante e reale del centro città, ma ritagliato qui sulla misura di due donne che non sanno che farsi della modernità e trascorrono il loro tempo come se Torino si fosse fermata al 1930: la cortesia un po cerimoniosa, la correttezza assoluta, il timore delle distanze, il senso della misura come regola di vita. Mentre dunque le metropoli crescono e si infittiscono i problemi che intorno ad esse ruotano, esistono angoli intatti, affascinanti nel loro anacronismo, destinati a durare soltanto quanto i loro protagonisti. Ma le città di una nazione come l Italia, dove il passato è strettamente intrecciato al presente e al futuro, dove le culture sono tante quante le province in cui essa è divisa, queste città celano tutte angoli come questi, dove il progresso consiste proprio nel non correre a rotta di collo insieme ad esso, ma nel farsi da parte e osservarne, quasi distaccati, le conquiste e le cadute. Primo Levi (Torino, 1919 - 1987) conobbe l esperienza del campo di concentramento tra il 1943 e il 1945, narrandone poi gli orrori materiali e mentali in libri memorabili come Se questo è un uomo (1947) e La tregua (1963). Continuò poi la sua attività di narratore, dando ancora opere importanti come Il sistema periodico (1975), La chiave a stella (1978), Se non ora, quando? (1982), oltre a volumi di poesie e di saggi. La chiave a stella, da cui è tratto questo brano, è la storia di un operaio specializzato che non trova nella sua fatica un motivo di umiliazione e di sfruttamento ma, al contrario, di gratificazione e di orgoglio (tipico del mondo operaio torinese) per il lavoro ben fatto. da P. Levi, La chiave a stella, Torino, Einaudi, 1978 109