Andrea De Carlo MILANO DALL ALTO Uccelli da gabbia e da voliera, il romanzo da cui è tratto il brano presentato, racconta la storia di un giovane, a metà tra la ribellione verso la propria ricchissima famiglia e l accettazione della sua condizione di privilegio, ma soprattutto racconta il mondo con gli occhi di questo ibrido personaggio che non appartiene né ai giovani managers spietati, né al mondo dei contestatori della società opulenta. Egli, galleggiando in una sorta di incosciente, eterna improvvisazione, è però in grado di cogliere tutti gli aspetti assurdi e distorti del mondo intorno a lui, come, ad esempio, l invivibilità di una città ridotta a un gelido, inquinato, caotico groviglio di vie, di automobili e di estranei, tanto che soltanto gli ambienti interni, in cui si può escludere (o provare ad escludere) il mondo troppo complesso della strada, sembrano alla portata della sua comprensione. Ciò che è stata chiamata alienazione da metropoli non potrebbe avere ambientazione e rappresentazione migliori di questa. Andrea De Carlo (nato a Milano nel 1952) ha esordito nel 1981 con Treno di panna e ha poi confermato le sue doti di narratore con opere come Uccelli da gabbia e da voliera (1982), Macno (1984), Yucatan (1986), Due di due (1989), Tecniche di seduzione (1991), Arcodamore (1993), Uto (1995) e Di noi due (1997). Lo stile con il quale costruisce i suoi romanzi è spesso ironico nei confronti dei personaggi stessi che egli crea, come se l autore ponesse ogni cura a non essere confuso con le loro idee e con le loro reazioni agli eventi. Si tratta di una tecnica in cui il rapporto tra lo scrittore e il suo pubblico avviene quasi alle spalle dei personaggi, tanto che se ne ricava un impressione di fiction molto ben calcolata. da A. DE CARLO, Uccelli da gabbia e da voliera, Torino, Einaudi, 1982 123