Giuseppe Dessì FUGA Dopo l 8 settembre 1943, l Italia attraversò alcune settimane di indescrivibile caos: esauritasi presto la gioia per quella che era sembrata la fine della guerra, si dovettero fare i conti con il desiderio di vendetta tedesco, da una parte, e la totale dissoluzione dei comandi militari italiani, dall altra, che lasciò centinaia di migliaia di soldati senza ordini. Molti furono catturati dai nazisti e avviati ai campi di concentramento; altri vennero uccisi sul posto; altri ancora riuscirono a fuggire e a nascondersi. La vicenda narrata in questo racconto è quella di un gruppetto di soldati che è riuscito a eludere la sorveglianza tedesca e cerca di raggiungere la Sardegna su una piccola barca a vela, partendo dal continente. una fuga improbabile, poiché la costa è sorvegliata, visto che la guerra tra l esercito germanico e quello anglo-americano continua. Ma l attrazione della terra natale è troppo forte, perché i giovani possano resistervi. Il dramma finale è proprio per questo sfumato in una dolcezza che la morte non mette in discussione: essa verrà mentre l animo dell unico momentaneamente sopravvissuto è già tutto proiettato verso la Sardegna e la libertà. Si tratta, dunque, di un episodio minimo, all interno dell immane conflitto, ma capace di opporre la violenza senza fine e senza costrutto della guerra, alla forza elementare della terra d origine, unico dato certo all interno di una follia collettiva. Giuseppe Dessì (Villacidro, Cagliari, 1909 - Roma, 1977) è stato uno scrittore dalle abitudini molto appartate, quasi schive, che si è dedicato al romanzo (Michele Boschino, 1942; La ballerina di carta, 1957; Paese d ombre, 1972), pur producendo alcune notevoli raccolte di racconti: Racconti vecchi e nuovi, 1945; L isola dell Angelo e altri racconti, 1957; Lei era l acqua, 1966. da AA.VV., Nuovi racconti italiani, Milano, Nuova Accademia, 1962 163