Elsa Morante LA DEPORTAZIONE Una delle maggiori vergogne, nella storia, pur ricca di orrori, del XX secolo, è stata la persecuzione antiebraica voluta da Hitler prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. L Italia di Mussolini, alleata dei nazisti, è macchiata dalla colpa di aver collaborato a questo premeditato massacro; Il brano ci mostra lo strazio di una donna ebrea di Roma, che, trovata la propria casa vuota del marito e dei figli, è corsa alla stazione più vicina, e assiste allo spettacolo angoscioso e tremendo di un intero convoglio composto da carri bestiame stipati di uomini, donne e bambini, tutti ebrei, e chiaramente destinato alla Germania e ai suoi campi di concentramento. Lo strazio della donna si innalza al sublime quando, riconosciuto il marito da un angusta finestrella aperta nella parete del vagone e impotente a liberare lui e i figli, urla il suo desiderio di essere sequestrata anche lei, pur di seguire i propri cari nella deportazione e nella morte. Elsa Morante (Roma, 1912 - 1985) ebbe una giovinezza irrequieta, risolta poi nel matrimonio con lo scrittore Alberto Moravia insieme al quale visse gli anni della guerra e da cui in seguito si separò. Nata in un quartiere popolare, seppe ritrarre il mondo degli umili in quello che è considerato il suo capolavoro: il romanzo La storia (1974) da cui è tratto il brano qui presentato. Il mondo della realtà come luogo di angoscia e quasi di incubo è descritto in tutte le altre sue opere tra le quali ricordiamo i romanzi Menzogna e sortilegio (1948), L isola di Arturo (1957), Aracoeli (1982) e i racconti de Lo scialle andaluso (1963). da E. MORANTE, La Storia, Milano, Bompiani, 1974 265