Ignazio Silone LA PETIZIONE Ancora una storia di ambiente contadino, ma nella quale si inserisce un elemento estraneo e anticipatore di tempi nuovi: un non meglio specificato funzionario pretende dai contadini le loro firme per una non chiarita petizione al governo. Se dunque le nuove istituzioni sentono di dover in ogni caso cercare una legittimazione alle loro decisioni attraverso una consultazione popolare, il metodo scelto è tuttavia quello più adatto a trasformare tale consultazione in una pura farsa, in un ennesima truffa ai danni degli umili e degli ignoranti. Durante le lunghe spiegazioni che costui deve mettere in campo per convincere i paesani sospettosi, si rivela l abisso che ancora separa i due mondi: egli parla, parla, ma nessuno dei presenti comprende nulla di ciò che dice. Non si tratta tanto di una lingua sconosciuta perché diversa da quella dei contadini, quanto di concetti e di scelta dei termini che sono totalmente estranei alla cultura locale. Resta tuttavia il fascino che l uomo colto esercita sull ignorante, quando il contatto avvenga sul piano della parola, tanto che i contadini firmano uno dopo l altro una petizione in bianco, consegnando di fatto se stessi e il loro mondo nelle mani di uno sconosciuto. Ignazio Silone (Pescina dei Marsi, L Aquila, 1900 - Ginevra, 1978) conobbe l esilio durante il Fascismo per la sua attività di militante nei partiti di Sinistra e per la sua produzione narrativa (Fontamara del 1933, Pane e vino del 1937, Il seme sotto la neve del 1941). La sua preoccupazione, nel raccontare, è infatti quella della denuncia sociale: le sue storie mostrano i meccanismi con i quali il potere politico e quello economico mantengono in una voluta ignoranza le vaste masse contadine del Sud. da I. SILONE, Fontamara, Milano, Mondadori, 1953 37