INTRODUZIONE 1. Il Realismo in Letteratura Il dibattito sul ruolo della Letteratura è antico quanto essa: se le origini della scrittura creativa sono in pressoché ogni parte del mondo legate alla poesia e ai racconti mitici, la progressiva avanzata della prosa fa guadagnare all orizzonte letterario capacità narrative che quelli non avevano e spinge l interesse dello scrittore verso quella imitatio naturae (imitazione della natura) che costituisce da sempre il traguardo oppure il limite di chi racconti una storia. Come limite è vista da coloro che intendono il narrare come la creazione di un mondo a parte, simile ma non uguale a quello del reale: un mondo dove, partendo da ciò che noi sperimentiamo nella nostra vita di tutti i giorni, si possono immaginare personaggi ed eventi che rompano queste regole, diventando liberi di correre avventure altrimenti impossibili. Il barone di M nchhausen, ad esempio, che arriva sulla Luna cavalcando una palla di cannone, ha superato il limite delle regole naturali ed è per questo che diverte e affascina, così come fanno un racconto di fantascienza o uno di spiritismo. Come traguardo, invece, l imitatio naturae è vista da chi basa la sua scrittura sulla differenza tra verosimile e vero, cioè tra un mondo immaginato dallo scrittore sul modello di quello reale, e il mondo davvero esistente, a fianco del quale il primo corre, senza distanziarsene, ma anche senza confluire in esso. Aristotele, nella sua Dell arte poetica, può dunque scrivere (9,1): Ma la differenza è questa, che lo storico espone gli eventi reali, e il poeta quali fatti possono avvenire . Ecco il verosimile: qualcosa che la Storia non dice perché non è in realtà accaduto, ma che lo scrittore creativo può, partendo dal reale, immaginare e raccontare poiché sarebbe potuto accadere. Il che non è un qualunque avvenimento, visto che il limite invalicabile è quello della verosimiglianza. Per intenderci, Renzo Tramaglino, protagoni9