134 SETTE BOCCHE CHIUSE 11 Sette bocche chiuse La sera, dopo cena, Marco si rifugiò in camera sua più presto che poté. Depose con ogni cura il cellulare acceso sul cuscino della poltrona, perché la suoneria restasse un poco soffocata,se mai lei avesse potuto chiamare.Gironzolò nervosamente e senza scopo nella stanza, aprendo e chiudendo di continuo i cassetti senza neppure guardarvi dentro e passando continuamente davanti al telefonino. Non suonava. Lui sapeva che, più si fosse fatto tardi, meno sarebbe stato probabile che Fiamma chiamasse. La sua tensione arrivò perciò al colmo intorno alle nove e mezza e poi andò calando, dapprima lentamente e alla fine di colpo, quando si rese conto che l orologio segnava ormai già le dieci e mezza, mentre a lui era sembrato che fossero trascorsi soltanto pochi minuti. Un po per volta si mise il cuore in pace: erano ventinove ore che non sentiva più la voce di lei. Marco ebbe bisogno di un po di tempo per fare il calcolo con precisione. E non si erano di certo salutati cordialmente, l ultima volta, anche se adesso nel ricordo lui riascoltava soltanto più il tono di lei durante l intera telefonata. Fiamma evidentemente si sforzava in ogni occasione di essere controllata e di parlare in modo appropriato, come se la precisione dei termini usati fosse una delle sue ossessioni. Marco rifletté