25 Lo scaldaletto N «No, no e poi no! Aveva detto Camilla con fermezza, braccia serrate e testa china. «Io sul divano non ci dormo, voglio andare nel lettone di mamma e papà . Pasquale sapeva, per antica esperienza, che sua sorella, di sette anni, seconda elementare, sarebbe stata un osso duro da convincere. Adesso, siccome i genitori erano dovuti tornare di corsa in città per un incidente di uno zio, si era messa in testa che il divano era per bimbi piccoli. E siccome mamma e papà non c erano, perché non approfittare del loro grande, comodo, divertente lettone? «Io lo so perché vuoi farlo , gli disse seccato il fratello. «Tu hai paura e sei tornata a fare la bambina piccola. Tu vuoi andare nel lettone per fare la barchetta! Camilla sollevò la testa, lo scrutò, ed emise una specie di sibilo, tipo il ronzare di una vespa. «No, no, no, carino. Io non sono tornata bambina. Anzi, sono grande e perciò voglio andare a dormire lì . E riabbassò la testa, con un espressione imbronciata e pensierosa. In realtà era rimasta colpita dall arguzia di suo fratello. Aveva indovinato.Lei voleva proprio andare nel lettone per fare la «barchetta . Quando aveva due anni, infatti, i suoi, per quella loro casetta in montagna, avevano comprato un materasso pieno d acqua. Era una specie di salvagente, solo che l acqua,anziché fuori,era dentro.E lei si divertiva un mondo su quella specie di mare ondoso.A fare la barchetta, appunto. Si ricordò anche della discussione su quel materasso. Suo padre diceva che era una follia dormire su un canotto pieno d acqua, e che sicuramente sarebbe stato umido.