Julija Voznesenskaja FELICIT Ispirato al Decameron di Boccaccio, il libro della scrittrice russa ha come cornice quella di un ospedale di Leningrado dove dieci donne sono costrette da un infezione a vivere dieci giorni di quarantena. Una di loro propone di ingannare il tempo raccontandosi a vicenda storie sull amore, sugli uomini e sulla vita. Così iniziano a narrare: dieci novelle per dieci giorni. Dalle 100 storie brevi e lunghe, drammatiche e comiche di questo nuovo Decameron abbiamo tratto una novella, raccontata da Zina la barbona, che ha come protagonista una coppia di anziani, di nonni , come vengono affettuosamente chiamati nel racconto. Essi, bistrattati da un sistema ingiusto, non perdono però mai la speranza e il desiderio di lottare per la loro sopravvivenza, ma soprattutto per restare insieme, perché questo dà loro la felicità. Julija Voznesenskaja (1940) femminista di Leningrado, venne coinvolta nei processi del periodo brezhneviano e finì in un gulag. Nel 1980 fu costretta a lasciare l URSS e a trasferirsi in Germania. La sua esperienza di militante e di ex-reclusa la portò a scrivere il Damskij Dekameron (1984) che significa Decameron delle donne. Il libro è stato tradotto in più lingue e ha avuto una trasposizione teatrale di successo. da Julija Voznesenskaja, Il decamerone delle donne, traduzione di Bruno Osimo, Rizzoli, Milano, 1995. 71