INTRODUZIONE 1. Un esordio tardivo sufficiente dare un occhiata agli scaffali di una libreria per accorgersene: una donna che scrive non è più una rarità, un eccezione da guardare con sospetto, bensì la norma. Anche senza dati alla mano, si potrebbe forse dire che, attualmente, il numero delle donne scrittrici eguaglia quello dei colleghi uomini. Ma per arrivare a questa situazione, sono stati necessari decenni, anzi secoli di storia. Conferma ne abbiamo se sfogliamo un qualsiasi manuale antologico di letteratura italiana. Dal XIII secolo in avanti si succede una serie praticamente ininterrotta di nomi maschili: poeti, scrittori, saggisti. Le prime donne a fare capolino tra le pagine sono le scrittrici vissute alla fine del XIX secolo, Deledda, Serao, Aleramo. Ma i nomi femminili iniziano ad apparire più spesso soltanto nel secondo dopoguerra. Esperienza simile faremo sfogliando le letterature tedesche e russe. Solamente in nazioni, come la Francia e l Inghilterra, la situazione si mostra differente: questi paesi (soprattutto l Inghilterra) possono vantare fior di scrittrici e poetesse fin dall inizio dell Ottocento, una serie di mostri sacri femminili di grande nome, dalla Jane Austen di Orgoglio e pregiudizio fino alla Doris Lessing di Nonne dei nostri giorni. Ma nel Novecento, dopo la Seconda Guerra Mondiale, di qualunque nazione e letteratura si tratti, le opere femminili si moltiplicano, sempre più donne scrivono e si affacciano sulla scena della letteratura internazionale. Le scrittrici acquistano mano a mano sempre più visibilità sullo scenario culturale ed internazionale, uscendo da quel tunnel di silenzio in cui sono rimaste chiuse per secoli. Perché, se per secoli le donne hanno taciuto, non è stato perché non avevano nulla da dire bensì, per esprimerlo con le parole di Virginia Woolf: Per spiegare l assoluta mancanza di brave scrittrici non riesco a immaginare al9