10 L’incontro con la dama del cuore

La terza uscita di Don Chisciotte e del suo scudiero Sancio Panza fu, questa volta, pubblica e alla luce del sole. Nessun complotto, nessuna preparazione segreta, nessun mistero soprattutto sulle intenzioni dei due eroi. Essi dichiararono infatti alla presenza di amici e parenti la ferma intenzione di volersi dirigere prima verso la gran città del Toboso, onde rendere omaggio alla più grande tra le signore di cuori, che mai la luce del sole avesse illuminato. E poi di avere in animo di raggiungere Saragozza1, per giostrare2 con lancia e spada con i celeberrimi cavalieri aragonesi.
Non era proposito di poco conto, ma, a differenza di quanto avrebbero pensato, Don Chisciotte e Sancio non trovarono ostacoli sulla loro strada. Il fatto è che, a partire dal momento in cui avevano dato pubblica risonanza3 alle loro decisioni, nipote e governante, curato e barbiere, nonché il baccelliere Sansone Carrasco avevano avuto modo di incontrarsi più e più volte e di stabilire insieme un piano di azione, grazie al quale – così sosteneva almeno il baccelliere – avrebbero senza difficoltà estratto dal cervello di Don Chisciotte, una volta per tutte, le pazzie cavalleresche.

1 Saragozza: città della Spagna orientale.
2 giostrare: combattere. La «giostra» era il «torneo» in cui i cavalieri si affrontavano in armi.
3 avevano dato pubblica risonanza: avevano annunciato pubblicamente.