12 Il piccolo principe Quando venne il mattino, la brughiera era nascosta dalla nebbia e continuava a cadere una fitta pioggia. Non si poteva proprio uscire. Martha era così indaffarata che Mary non ebbe la possibilità di stare con lei, ma di pomeriggio le chiese di seguirla nella sua camera perché le voleva parlare. Lei ci andò portando il suo solito lavoro a maglia. «Che cosa c’è?», domandò appena furono sedute. «Hai qualcosa d’importante da dirmi?» «Sì, ho scoperto che cos’erano quei pianti», rispose Mary. Martha lasciò cadere il lavoro a maglia che stava facendo sulle ginocchia fissandola con occhi spaventati. «No», esclamò, «non e possibile!» «Li ho sentiti ieri sera», continuò Mary. «Mi sono alzata e sono andata a vedere da dove provenivano. Era Colin. L’ho visto.» La faccia di Martha si fece paonazza dalla paura. «Oh, Mary. Non avresti dovuto farlo… oh no! Questo mi creerà un mucchio di problemi. Non sono stata io a dirtelo, è vero… ciononostante… mi farà perdere il posto e… che cosa farà la mamma, allora?» «Non perderai il posto. Lui era contento di vedermi. Abbiamo parlato, parlato e parlato e lui ha detto che era contento di vedermi.» «Dici sul serio? Sei proprio sicura? Tu non sai come diventa quando qualcosa lo infastidisce. È un ragazzo grande, ma si mette a piangere come un neonato e quando è arrabbiato grida come un ossesso, giusto per spaventarci. Sa che noi non osiamo dire una parola.»