19 Magia Quando tornarono a casa, trovarono il dottor Craven che li stava aspettando da diverso tempo. Aveva cominciato a chiedersi se non fosse stato meglio mandare qualcuno a cercare i ragazzi nei giardini. Quando Colin fu nella stanza, lo guardò con severità. «Non saresti dovuto rimanere fuori così a lungo», lo rimproverò. «Non devi affaticarti troppo.» «Non sono per niente stanco», rispose Colin, «anzi, mi ha fatto bene. Domani uscirò sia di mattina che di pomeriggio.» «Non sono sicuro di potertelo permettere. Credo che non sia prudente.» «Non sarebbe prudente cercare di impedirmelo», disse Colin testardo. «Tanto uscirò lo stesso.» Persino Mary si era accorta che uno dei peggiori difetti del cugino era il modo sgarbato e insolente con cui parlava alla gente dando ordini a destra e a manca. Aveva sempre vissuto su una specie di isola deserta, regnando su di essa come un piccolo e incontrastato reuccio senza nessuno con cui confrontarsi. Anche Mary, in realtà, era vissuta in modo simile a lui, però, da quando era giunta a Misselthwaite, aveva a poco a poco compreso che i suoi modi la rendevano poco simpatica e gradevole a chi le stava vicino. Adesso che aveva notato queste cose, voleva parlarne a Colin. Così, appena il dottor Craven fu uscito, si sedette davanti a lui fissandolo con insistenza e sperando che gliene chiedesse la ragione. E così fu.