20 Lasciamoli ridere

Il giardino segreto non era l’unico posto in cui Dickon lavorava.
Intorno alla sua casetta nella brughiera c’era un pezzetto di terreno recintato da un muretto di pietre grezze. Di mattina presto e di sera, alla fioca luce del tramonto, e tutti i giorni in cui non vedeva Colin e Mary, egli lavorava lì dove piantava patate e cavolfiori, rape e carote e altre verdure per sua madre. In compagnia dei suoi animaletti faceva miracoli e non si stancava mai,o almeno così sembrava.
Mentre scavava, strappava erbacce, fischiettava e cantava brani di canzoni della brughiera o parlava con Soot e Captain o ai fratelli e alle sorelle che a volte, sotto la sua direzione, lo aiutavano.
«Non riusciremmo a cavarcela», diceva la signora Sowerby, «se non fosse per l’orto di Dickon. Lui riesce a far crescere qualsiasi cosa. Le patate e i cavoli del nostro orto sono il doppio di quegli altri e hanno un sapore che gli altri non hanno.»
Quando aveva un momento libero, le piaceva andare nell’orto a parlare e a tenergli compagnia. Dopo cena faceva ancora chiaro per un po’ di tempo e lei era libera dalle faccende domestiche.
Si sedeva sul muretto e se ne stava lì a guardarlo e ad ascoltare le novità. Amava questo momento del giorno. Non c’erano soltanto verdure nell’orto. Dickon aveva comprato bustine di semi da un penny e aveva seminato delle piantine profumate tra i cespugli di uva spina1 e perfino tra i cavoli. Lungo i bordi crescevano resede2, garofani, viole del pensiero e altri fiori, tutte piante da cui poteva ricavare i semi per gli anni a venire e che rifiorivano ogni primavera fino a diventare veri e propri cespugli.

1 uva spina: pianta con fiori bianchi pendenti e frutti a bacca giallo-rossicci.
2 resede: piante coltivate nei giardini per il delicato profumo dei fiori giallo-verdognoli.