21 Una sorpresa Il giardino segreto continuava a fiorire e ogni mattina avvenivano nuovi miracoli. Nel nido del pettirosso adesso c’erano delle uova e la sua compagna le stava covando per riscaldarle con il suo piccolo petto piumato e le ali. All’inizio era molto nervosa e anche il pettirosso si guardava intorno attento e sospettoso. Persino Dickon non aveva osato avvicinarsi al nido, ma aveva aspettato che i due animaletti comprendessero per un qualche misterioso incantesimo che nel giardino non c’era niente che li minacciasse, niente e nessuno che non afferrasse che cosa significava una nuova vita che veniva al mondo. E se ci fosse stato qualcuno in quel giardino che avesse rubato o rotto un uovo prima del tempo, allora quel mondo felice sarebbe stato distrutto per sempre. Ma non accadde niente del genere. Eppure all’inizio il pettirosso teneva d’occhio Mary e Colin. Sembrava invece fidarsi di Dickon; fin dal primo momento lo aveva considerato non come un estraneo, ma una specie di pettirosso senza becco o piume. Lui sapeva parlare il loro linguaggio, che è una lingua ben definita da non confondersi con altre. Parlare in «pettirossese» è come parlare francese con un francese. Dickon parlava sempre in «pettirossese» con il pettirosso, il quale non badava per nulla al fatto che il suo amico comunicasse con gli umani in un’altra lingua. Forse pensava che parlasse così perché gli uomini non erano abbastanza intelligenti per comprendere il linguaggio dei pennuti. I movimenti di Dickon erano anche simili a quelli di un pettirosso. Mai bruschi, minacciosi o terrorizzanti. Qualsiasi pettirosso riusciva a capire Dickon e la sua presenza non dava fastidio.