3 A Misselthwaite Mary dormì a lungo e, quando si svegliò, vide che la signora Medlock aveva comprato un cestino da viaggio a una delle stazioni. Mangiarono pollo e carne fredda insieme a pane imburrato e bevvero del latte caldo. La pioggia continuava a cadere più fitta che mai e alla stazione tutti indossavano impermeabili lucidi di pioggia. Il capotreno accese le lampade nella carrozza. La signora Medlock mangiò con grande appetito e poi si addormentò mentre Mary stette un po’ a fissare il suo cappellino che scivolava su un lato. Poi si addormentò di nuovo anche lei in un angolo della carrozza cullata dallo scrosciare della pioggia contro le finestre. Appena il treno si fermò a una stazione, la signora Medlock prese a scuotere Mary energicamente. «Hai fatto una gran dormita!», esclamò. «Ma adesso è ora di svegliarsi. Siamo alla stazione Thwaite e abbiamo ancora un bel tratto di strada da fare.» Mary si alzò, ancora insonnolita, mentre la signora Medlock raccoglieva i bagagli. La bambina non si offrì di aiutarla perché in India erano i servitori a portare i bagagli e le sembrava naturale che fosse lei ad occuparsene. Era una stazione piccola e nessuno scese dal treno eccetto loro. Il capo stazione parlò alla signora Medlock con un accento buffo dalle vocali larghe che Mary scoprì in seguito essere l’accento dello Yorkshire, la regione in cui si trovava. «Vedo che siete tornata», disse. «E avete portato la ragazzina...»