4 All’aria aperta Da principio i giorni al castello erano per Mary tutti uguali. Ogni mattina svegliandosi nella sua camera con l’arazzo, trovava Martha inginocchiata al focolare che attizzava il fuoco; ogni mattina faceva colazione in quella che era chiamata stanza dei bambini, ma che non aveva niente di una stanza dei bambini; finita la colazione, guardava fuori dalla finestra verso l’enorme landa che sembrava stendersi all’infinito verso il cielo. Dopo qualche minuto passato a osservare la brughiera, si decideva a uscire perché capiva che, se fosse rimasta in casa, non avrebbe avuto niente da fare. Non sapeva che questa era la cosa migliore per lei perché, quando camminava velocemente o correva lungo i sentieri e per il grande viale, lottando contro il vento che spazzava la brughiera, muoveva e irrobustiva il suo corpo debole e impigrito. Correva soltanto per scaldarsi e odiava il vento che le soffiava in faccia ruggendo e la spingeva indietro come se un qualche gigante invisibile la trattenesse nelle sue grandi mani. Ma le forti ventate di aria fresca che le riempivano i polmoni facevano bene a tutto il suo corpo sottile, davano un po’ di colore alle guance smunte e illuminavano i suoi occhi smorti di una nuova luce. Dopo diversi giorni trascorsi interamente all’aperto, Mary si svegliò una mattina con molto appetito e, quando si sedette a fare colazione, non guardò con disprezzo il porridge, ma prese il cucchiaio e cominciò a mangiare continuando finché non svuotò la scodella.